giovedì, marzo 29, 2007

Romania, ciao ciao Transilvania


Lasciatomi alle spalle dei ricordi che ancora fan male, la prossima città ad aspettarmi era Sibiu, una bella cittadina sassone-ungherese, con un bel centro storico di casine basse dai colori pastello, tre piazze,una via pedonale e tutti i bar a prezzo fisso (alto!).
Non ho capito bene in base a cosa, ma sembra sia capitale europea della cultura per l’anno 2007, boh! Sarà!
La cosa bella è che sono stato a casa di due ragazzi bulgari,Gheorgiana e Lyubo, che vivono lì perché lavorano per un giornane dell’unione europea traducono le notizie dal bulgaro all’inglese e viceversa.
Il lavoro è uno come tanti, ma l’ufficio era a dir poco inquietante, tutto bianco e grigio (si dice che così sia più professional!) e con dei colleghi sospettosi e un po’ strambi.
Uno di questi ha provato a convincermi per mezzora che la mafia e Il Padrino sono degli esempi da seguire nella vita. No comment.
Per fortuna i due bulgari erano davvero due persone grandiose. L’unica cosa strana è stata che un altro ragazzo li aveva contattati per la stessa notte e così mi sono ritrovato a dormire nel lettone con un ragazzetto di Dresden (Germania) che mi ha svegliato alle 5 mentre andava via per tentare di tornare a casa in autostop in un giorno solo. Chissà che fine ha fatto!
Il giorno dopo sono arrivato a Cluj-Napoca, vera capitale culturale del paese oltre che importante città universitaria. Si mormora infatti che delle 400.00 persone che abitano la città, almeno la metà siano studenti!
In effetti appena arrivato non aspevo più da che lato girarmi data l’infinita quantità di ragazze stupende che mi sfilavano davanti! Ce n’era davvero per tutti i gusti!
Andando a zonzo per la città poi mi sono reso conto che quel che si mormora è vero, ovunque gente giovane e pochissimi anziani o famiglie. Un mega campus cittadino! Stupendo no?!
Tutto il pomeriggio ho provato invano a contattare il membro di HC del luogo con il quale avevo un appuntamento, ma il suo telefono sempre spento. Alla fine stanco e disperato ho trovato un ostello, ma prima di entrare ho tirato fuori l’asso nella manica; avevo il numero di un altro membro che non avevo contattato prima, ma magari poteva aiutarmio comunque.
E così è stato infatti! Con il culo che mi ritrovo, Alin è stato subito disponibile e dopo due ore ero già a casa sua a mangiare un’ottimo piattino cucinato dalla sua ragazza (una spece di Gulash di soya con pasta scotta, lo so sembra disgustoso a desciverlo ma era buonissimo…anche se mi ha fatto venire la diarrea!!!) e a chiaccherare di viaggi e avventure!
Anche loro, due persone squisite, ospitali e gentilissime.
Mi sto rendendo conto sempre più che c’è un sacco di gente fantastica nel mondo, basta solo scoprirla!
Il resto alla prossima puntata!
Baci
S.

martedì, marzo 27, 2007

Dobrojea e Brasov, due post al prezzo di uno!


Arrivando alla frontiera con la Romania ero già tutto eccitato che macchinavo e pensavo dove poter nascondere le innumerevoli stecche di sigarette che avrei comprato nei fidati duty-free di frontiera per poi rimediare un po’ di soldini a spese vostre una volta rientrato in Italia…ma avvicinandomi alla dogana vedo che qualcos’altro dall’entrata in Europa è cambiato.
Tutti quei bei negozietti colorati strabordanti di wiskey e sigarette erano tutti chiusi e abbandonati, la frontiera bulgara vuota e con la sbarra alzata, incredulo vado avanti alcuni metri ancora e arrivo al confine romeno dove una bella polizziotta mi chiede il passaporto.
Io ancora sotto shock le chiedo che fine abbiano fatto i bulgari, ed ecco spuntare un tozzo sbirro che m i fa “dobra den!”, allora la ragazza mi spiega che visto che non si fanno più controlli quì (li fanno solo alla frontiera turca dove mi hanno smontato la macchina..), adesso sono rimasti in pochi e per comodità, e forse per sentirsi meno soli, sono tutti assieme in un unico ufficio!Quanti cambiamenti!
Dopo mezzoretta arrivo a casa di Laura, il mio contatto per questi due giorni.
Simpatica seppur un po’ chiusa e diffidente (forse solo timidezza) mi mostra la camera, praticamente un miniappartamento con bagno e acqua calda e tutti i confort, che normalmente in estate affittano ai turisti che vengono qui al mare, ma che durante l’anno è felice di offrire a viandanti come me.
Serata passata con lei e i suoi amici a giocare alla playstation a tekken (o qualcosa di simile) e a chiaccherare della mia malattia di viaggiare.
A un tratto una sua amica mi fa: “salvo, ma ti fermerai mai? Non ti viene voglia di stare in un posto e viverci?”. Da parte mia solo un po’ di imbarazzo e il silenzio…lo so, lo so, ma che ci posso fare se sono fatto così?!Conosco il prezzo delle mie decisioni; emozioni, legami, soldi, salute ecc…questo è, prendere o lasciare. Scusate.
Il giorno dopo l’ho dedicato alla visita delle moschee della zona, a chiaccherare con i varii Imam, con le donnine e con il mio vecchio amico Gran Mufti.
Non vi dico che faccia ha fatto quando mi ha visto spuntare nel suo ufficio, senza preavviso e senza aspettare ore e ore come le altre volte! Mi ha concesso due chiacchere, una stretta di mano e dopo avermi augurato “Drum Bun” (Buon viaggio) è scappato per un importantissimo impegno di lavoro…
Tornato a casa, scopro che il padre di Laura ha un piccolo garden center (uno dei miei tanti sogni segreti) allora mi metto a fargli mile domande ed entriamo in perfetta sintonia. Un uomo adorabile, che si è fatto il culo per fare una casa stupenda e mandare avanti la famiglia. Simpatico e senza pregiudizi, mi ha dato un quadro chiaro della situazione sociale tra le varie comunità sparse nel territorio (romeni,bulgari, turchi, tatari, zingari, russi, macedoni, peceneghi, circassi, italiani, arabi, ungheresi ecc…), così come nessuno era riuscito a fare fin ora.
Serata rilassante giocando un po’ alla playstation con laura, discutendo di piante e fiori con il signor Ion, una scorpacciata di patatine fritte e una luuuunga doccia bollente!

Dopo questi giorni fortunelli e rilassati, non poteva che cambiare l’aria per la dura legge del pendolo (o dell’altalena, vero P.?!).
Partito di casa prestino, dopo essermi concesso per un paio di scatti alla mia amica artista, sono ripartito alla volta di Babadag.
Ricorderete sicuramente le mie disavventure dell’anno scorso in queste zone; beh evidentemente c’è qualcosa che interferisce nel mio rapporto con questo territorio, che fa sì che mi si accumulino sfighe su sfighe solo quando son qui.
Arrivato al villaggio, oviamente l’Imam non c’era, in cambio c’era la custode della moschea che mi ha subito riconosciuto e dato il benvenuto.
Qualche foto quà e là e via verso Tulcea.
Qui speravo di riuscire a trovare ospitalità per la notte in casa di qualche buona famiglia mussulmana della zona, ma come avrei dovuto immaginare, alla preghiera del mezzodì c’eravamo solo io e l’Imam del posto.
Tra l’altro il poveraccio è arrivato qui da neanche un mese, non capisce una mazza di romeno e si sente un po’ solo, anche se si è portato dietro la famiglia.
Dopo la preghiera e un’appassionante conversazione (in turco!) su chi sono e che cavolo sto facendo, non potendomi aiutare altrimenti, mi ha regalato un paio di opuscoli e se l’è sviganta.
Parlando con dei tassisti scopro che in zona se voglio un albergo qualsiasi devo sganciare 50 euro, in alternativa potevo stare a casa di uno di loro per 20 euro..o tirarmi altri 500 e passa km di auto (dopo i 200 che mi ero fatto la mattina stessa)fino alla cittadina dove avevo un contatto sicuro (e gratis).
Cosa pensate che abbia fatto?!
Conoscendomi avrete pensato “il tassista”, ma dalla faccia che aveva non mi ispirava proprio, così non mi è rimasto altro che partire.
Tra l’altro in città mi avevano appena inculato in un’agenzia di cambio..ma lasciamo perdere.
Dopo 6 ore di auto tra colline e montagne, con la radio decisa a non farmi sentire più nessun CD (e ovviamente in mezzo ai monti non prendeva nemmeno quelle terribili radio locali), camion superlenti, sorpassi azzardati e villaggi dove ti tocca rallentare (polizia, gatti, cani, bambini, cavalli, ciclisti…ogni genere di ostacolo insomma!), totalmente sfinito sono arrivato a Brasov (invece che a Sibiu, cioè circa 140 km prima).
Una cittadina davvero carina, tipicamente sassone/ungherese, pulitissima e un po’ fighetta.
L’unico indirizzo che conoscevo era la pensione della signora beky, ovviamente anche la vecchia si ricordava di me e mi fa: “e la ragazza dove l’hai lasciata?”, e intanto io morivo dentro nel rivedere quesi posti a un anno da quando ero venuto qui per la prima volta con la Vale.
Per farmi ancora più male, ho pensato bene di fare una cosa che non facevo da almeno 9 anni, andare a mangiare al McDonald’s!
Lo so, lo so, è contro i miei principii e tutto il resto, ma era l’unica roba ancora aperta, non avevo pranzato, e poi c’era anche un po’ di masochismo nelle mie azioni.
Perché senno ripassare dalle stesse strade fatte assieme, guardare la chiesa nera, passeggiare per il viale centrale e piangermi addosso guardando le coppiette che si stringono dolcemente per tenersi caldi.
Almeno mi sono evitato di prendere pure la stessa stanza di quella volta, sarebbe stato troppo davvero…e poi costava 5 euri in più!
Ma domani è un altro giorno, si vedrà.
Ora crollo.
A presto.
S.

Ah dimenticavo!Ancora un ultimo aneddoto: la signora alla pensione mi fa: “ricordati di chiuderti la porta a chiave stanotte!”; e io: “beh chiaro! Ma perché scusi?!”; e lei: “due settimane fa è successa una cosa strana; è venuto un turista ma non mi ha pagato subito, dicendo che l’indomani sarebbe andato al bancomat a prelevare. Beh il giorno dopodi lui non c’era traccia, però anche se è andato via senza pagare, ha dimanticato qui il suo borsone…ma ha ancora la chiave di camera tua! Ovunque egli sia!!!”
No comment!

domenica, marzo 25, 2007

La nuova porta dell`Europa


Anche stavolta lasciare Istanbul è stato difficile, e sempre più sento che fra non molto ci tornerò, ma per starci un bel po’…inshallah!
Prima di abbandonare la Turchia però ho preferito fermarmi ad Edirne, una città che già molte volte mi ero lasciato alle spalle senza fermarmi ma che valeva la pena davvero di essere visitata.
Appena arrivato, appuntamento con l’amico Volkan,

di Hospitalityclub, davanti al Burger King, appena aperto in città e sempre straboccante di gente. Per fortuna capisce che avrei preferito mangiare qualcosa di più tipico e sano così andiamo a mangiare il piatto tipico della città: Fegato fritto! Devo dire che anche se normalmente evito interiora e schifezze simili, beh il fegato fritto era davvero buonissimo! Ve lo cucinerò di certo al mio ritorno!
Poi giretto della città, bellissime moschee, un vecchio Hammam (bagno turco) zozzo e freddino, e delle belle case ottomane. Da ricordare, per chi non lo sapesse, che Edirne (Adrianopolis) fù capitale dell’impero Ottomano, così come Bursa e Istanbul.
Dopodichè con il mio amico ci avventuriamo nel quartiere zingaro della città per andare a fare “spese”.
La cosa assurda è che è bastato svoltare di una vietta dalla strada principale, e da dietro gli alti palazzi è “apparso” un villaggio di case basse, cani randagi, bambini che corrono e donne dai lunghi capelli e con i denti d’oro intente a chiaccherare e maneggiare coltelli.
Entriamo in un baretto e ordiniamo 2 tè e 3 pacchetti(…) i tè arrivano subito ma dopo mezzora nessuna traccia del resto…così che il povero Volkan è stato costretto a tirare fuori altri soldi e prenderla da un altro! Pacco!
Serata tranquilla passata sfumazzando, chiaccherando e cercando altra gente a casa di cui dormire durante il viaggio.
Ripartito di matina presto, dopo poco mi ritrovo alla frontiera bulgara, ma qualcosa è cambiato dall’ultima volta…una scritta in particolare:WELCOME IN EUROPE!
Sbigottito vado avanti e noto un ammodernamento della struttura..oltre a una minuziosa ispezione della mia macchina (ho dovuto tirare giù tutto!!) mentre il polizziotto sornione mi fa: “Sai, vieni dalla Syria e dalla Turchia…postacci insomma, qui invece siamo in EUROPA, bisogna fare dei controlli seri eh!”.
Entrato nella rete stradale “Bulgaro-Europea” mi chiedo il senso di questeparole e di questi nuovi confini che si sono spostati.
Certo che a giudicare le infrastrutture (strade, scuole, ospedali, verde pubblico, locali ecc..), la Turchia è messa mooooolto meglio di paesi come Bulgaria e Romania, ma vallo a spiegare te a Maastricht o al simpatico polizziotto.
Correndo come un pazzo tra buche e stradine rattoppate che hanno il coraggio di chiamare “autostrade” e “statali”, dopo 7 ore di viaggio no-stop arrivo finalmente a Dobrich.
In realtà in questa cittadina non avevo un vero e proprio contatto…cioè avevo contattato un ragazzo norvegese che vive lì normalmente, ma il tipo mi risponde che in questo periodo è a casa sua in Norvegia ma che ha un amico italiano che ha aperto da poco un ristorante in città e che sicuramente sarebbe stato disposto ad aiutarmi.
Speranzoso ma poco convinto mi sono messo alla ricerca del ristorante, con molte difficoltà date dalla mia ignoranza del bulgaro, dalla loro ignoranza dell’inglese e dalle cabine telefoniche inutilizzabili.
In poche parole alla fine ho trovato il ristorante, il tipo nn c’era, mi danno il numero, mezzora per trovare un telefono..e una chiamata a dir poco imbarazzante del tipo:

Lui>Alo?
Io>Pronto, Luciano?
Lui>Chi parla?
Io>Ciao, mi chiamo Salvo, non mi conosci, ma un tipo Norvegese mi ha detto che vivi a Dobrich e che puoi ospitarmi…
Lui>chi?!?e dove sei poi?!
Io>ehm..un tipo che ho conosciuto via internet..non so..beh io comunque sono già qui..ma se non puoi lascia perdere e scusa per il disturbo!
Lui> mah..vabbè non penso di poterti aiutare però possiamo andare a berci un caffè!

Dieci minuti dopo ero lì che cercavo di spiegare imbarazzatissimo chi ero, da dove venivo, che cavolo ci facevo lì, chi era sto benedetto norvegese, la mia situazione e il mio sonno pazzesco!
Qualche dubbio, qualche telefonata e grazie al buon cuore di Luciano e della sua famiglia adottiva (la famiglia della sua ragazza bulgara) ecco che avevo un tetto per la notte, un amico e un pasto caldo!
Se non fosse stato per lui avrei dovuto ripartire ormai col buio e continuare per 3 orette ancora fino in Romania, arrivare tardi a casa della ragazza che mi avrebbe ospitato e fare un’ennesima figura di quelle…
Luciano in una giornata mi ha insegnato un sacco di cose, mi ha parlato di sé e io di mè, dei problemi, del lavoro, dei viaggi, dell’amore e tanto altro.
Mi ha insegnato che si può uscire anche dalle situazioni più brutte, si può fare una vitaccia di sacrifici, lontano dal proprio paese e dalla famiglia, per seguire l’amore, un sogno…e avere sempre un cuore d’oro. Al punto da ospitare uno zingaro siciliano che un giorno ti chiama e ti piomba in casa stravolgendo tutto, seppur solo per un giorno.
Grazie davvero fraté.

Il resto alla prossima puntata!

Intanto vi dico più o meno il programma del viaggio:
-25 e 26 Costanza (Romania)
-27 Tulcea
-28 Sibiu
-29 Cluj-napoca
-30 Debrecen (Ungheria)
-31,1,2 Budapest
-3 Zagabria (Croazia)
-4 Ljubljana (Slovenija)
-5 ?????????
Ecco tutto.
Bacioni e a presto.
S.

p.s.
Ricorda che c’è sempre da imparare e che il tuo maestro è sempre vicino a te.

venerdì, marzo 23, 2007

istanbul dall'asia



Per la prima volta in questi anni ho potuto provare cosa vuol dire stare nella parte asiatica di questa grande città..con tutti i pro e i contro (tranquillità ma prezzi più cari, pochi traghetti ma polpette ottime nella trattoria del baffo..ecc..).
Questo è stato posibile grazie alla generosità di Ale e Cindy, due cari amici a cui rivilgo ancora i miei ringraziamenti per l'ospitalità degna di una famiglia turca e ovviamente per l'ottimo divano!Grazie davvero ragazzi!
In realtà non ho molto da dire di questi giorni senonchè sembra essere arrivata la primavera (almeno quì), che il Newruz ieri c'è stato ma non ci sono andato ma Giorgio ed Evin che sono andati mi hanno detto che gli è piaciuto anche se è finito con i lacrimogeni!

Niente di ché insomma...domani riparto alla volta di Edirne/Adrianopolis, seconda capitale dell'impero ottomanno e città di confine con Grecia e Bulgaria.
Lì mi fermerò una notte a casa di un ragazzo di Hospitality club e poi continuerò in Bulgaria e Romania.
Tutto quì.

Ah una novità c'è però...visto che la photo gallery di Suke.org è troppo laboriosa per i miei gusti (cmq ci lascio le vecchie foto), e che quei taccagni di Yahoo con il loro caro Flickr sono taccagni di spazio (solo 200 foto in totale!), beh per puro caso guardando il blog dellacara Haseda ho scoperto il mondo di Bill..Microsoft Live Spaces...
Come grafica mi fa skifus ma lo utilizzerò come piattaforma per la nuova photogallery visto che ci posso schiaffare 500 foto al mese..e si vedono pure discretamente.
Ecco Tyno..quello che cercavamo c'è!
Ringrazio tutti per la pazienza nel leggere questo noioso aggiornamento e vi prometto che il prossimo post inshallah sarà un po' più interessante!
eccovi il link alla nuova Photogallery (cmq lo trovate anche tra i link a destra)
Nuova Photogallery

venerdì, marzo 16, 2007

Ankara o Angara?!


Come sempre Ankara mi fa degli strani regali..delle istantanee di mondi strani in cui mi ritrovo quasi per caso...
Entro come un'ombra nelle vite della gente che incontro, vivo le loro vite per un giorno o due, assaggio le loro emozioni con la sensazione di star sempre "rubando" qualcosa e poi riparto...vado via.
Una specie di vampiro buono assetato di vita e conoscenza.

L'alienazione tuttavia mi si presenta con diverse facce e colori; prendendo un autobus affollato o passeggiando sotto la neve in una stradina deserta, sorseggiando un té caldo o seguendo una lezione di lingua turca..o peggio ancora di arabo!
Ascolto canzoni e fumo sigarette non mie, mi lascio trasportare docilmente dal lento scorrere degli eventi non badando al tempo che vola via senza farsene accorgere.
Lontano dall'emetter giudizi mi ritrovo sempre tra persone amiche, con grandi cuori e animi gentili, sempre pronti a dare una mano a uno "yolcu" a un "kalender" un buon zingaro che viaggia alla ricerca di sé.
In parole povere...GRAZIE...

grazie a Franciu e Margherita (e ai loro fantastici coinquilini), a Mattia e Ilaria e ovviamente alla cara Ömür e a sua mamma Nese.
GRAZIE.
S.
Domani inshallah arrivo ad Istanbul...

P.S.
vi ricordate della piccola venditrice di bambole dell'ultimp post?! Beh non ci crederete ma oggi sul giornale ho visto una sua foto e un'articolo dove diceva che dei fotografi di una dele piu' grandi agenzie di stampa al mondo, la AFP, qualche giorno fa é passata dallo stesso villaggio dov'eron stato e vedendo quella bimba dagli occhi verde blu, se ne sono innamorati e l'anno scelta come volto dell'anno per la loro agenzia!
Eccovi la foto!


e una piccola canzone...

martedì, marzo 13, 2007

La Cappadocia e il mistero del Latte scomparso!


Lasciato il sud del paese mi sino diretto verso una delle zone più famose e turistiche di tutta la Turchia, la Cappadocia; località famosa per le strane sculture (falliformi), naturalmente formatesi grazie agli agenti atmosferici e al tipo di suolo sabbioso.

Il paesaggio è davvero spettacolare perché dove ti giri giri, il suolo si è eroso in modo diverso, così che ci si ritrova davanti a diversissimi tipi di scenari in uno spazio relativamente piccolo.
Preso alloggio in una pensioncina consigliata dalla routard, ho passato il primo giorno seduto al sole su un materassone a “chiaccherare” , grazie al mio scarso turco, con Ali Baba, un vecchietto che lavora qui e che l’unica cosa che sa di inglese è “yes”!Sorvolerò sugli argomenti trattati per non sconvolgere gli animi più innocenti...

Il giorno dopo sono andato alla stazione dei bus a prendere la mia amica (di ankara) Omur.
Così è iniziato un tour de force che in due giorni ci ha permesso di esplorare abbastanza bene la zona; tra guglie appuntite e città ipogee (sotterranee) profonde fino a 30 metri

chiesette arroccate con splendidi dipinti

e città deserte ormai abbandonate in favore dei confort offerti dalla modernità.
Ma eccoci al mistero del cane fantasma…la sera del’arrivo di Omur, tornando alla pensione dopo una passeggiata, abbiamo visto un’ammasso di pelo sporco avvicinarsi saltellando a noi.
Omur inorridita da quella cosa si è subito tirata indietro, io invece ho iniziato subito a giocarci e dopo essersi assicurata che non avesse rabbia e porcherie del genere, anche Omur si è convinta ad accarezzare il simpatico cagnetto.
Più per gioco che per altro, ci siamo fatti seguire dalla bestiola fino alla pensione, lì lo abbiamo rifocillato con gli avanzi della nostra frittata e ci siamo messi a giocare con lui.
D’un tratto Omur mi dice che sarebbe belo portarlo con noi ad Ankara e che lei si sarebbe presa cura di lui..e che si sarebbe chiamato “Latte”! (visto che aveva il pelo bianco, ma le orecchie color caffèlatte).
La mattina dopo ero convinto che “Latte” fosse scappato via nella notte, invece uscendo dal bagno ecco che me lo vedo saltellarmi incontro scodinzolando come un pazzo...caro!
Insieme siamo andati a svegliare Omur, che alla vista del cagnetto ha sorriso come non mai.
Dopo colazione però siamo usciti in auto per andare a visitare un paio di posti…e al nostro ritorno…Latte era scomparso!
L’abbiamo cercato in lungo e in largo per tutto il villaggio, mobilitando bambini e negozianti, vecchietti e turisti, ma niente da fare.
Lattte dove sei? Così chiamava la mia povera sorella nella notte ma nessun cagnetto puzzone rispondeva.
Il caso si complica se analizziamo quello che ci ha detto la gente:
-proprietari della pideria “pizzeria”: ieri abbiamo visto un cagnetto così, non l’avevamo mai visto prima e l’abbiamo notato perché era sveglio e simpatico…l’abbiamo visto inoltrarsi nella boscaglia;
-bambini: non l’abbiamo mai visto, lo abbiamo cercato fino al tramonto ma niente da fare..dov’è l’aranciata che ci avevi promesso?!
-venditore di vasi: l’ho visto aggirarsi spesso nei paraggi accompagnato da altri cani poco raccomandabili…;
-negoziante: potrebbe esserselo portato via qualche turista, a me è successo l’anno scorso con il mio vecchio cane e adesso tengo sempre legato il mio nuovo cane così nessuno me lo frega!
-Ali Baba (1° versione): l’ho visto seguire la vostra jeep stamattina e poi non l’ho piu’ visto;
-Ali Baba (2° versione!): dopo che siete andati via gli ho dato da mangiare ma poi è andato via;
-Ali Baba (3° versione!!): l’ho mandato via dopo che mi ha rubato un pezzo di pane ma ero sicuro che sarebbe tornato prima del vostro ritorno!
-paesano: l’ho visto oggi pomeriggio che scondinzolava e si faceva bello con alcuni turisti, magari è con loro da quache parte!


A voi l’ardua sentenza…
Ecco una foto del povero Latte scomparso…se qualcuno dovesse vedere qualcosa di simile è pregato di contattarmi!

A presto.
S.

Un saluto anche dalla piccola venditrice di bambole.

p.s.
Ho notato che da un po' di tempo i commenti scarseggiano eh pigroni!

venerdì, marzo 09, 2007

Kurdistan part 2


Dopo mesi e mesi di asfissiante Damasco e secco deserto stepposo, SanliUrfa (Urfa la Coraggiosa) ci ha accolti con un bellissimo parco alberato, tre belle moschee, due laghetti e la tomba del patriarca e profeta di tutti i popoli Abramo-Ibrahim.

E non è un caso se il nostro contatto a Urfa si chiama proprio così!
Un breve giretto per il centro storico tra volti tuchi, arabi e kurdi; uomini con una strana sciarpa viola (abbastanza femminea) in testa e donne in coloratissimi vestiti tradizionali,

e poi subito a casa dei suoi in una cittadina a 40 km da Urfa…abbondante cena di rito a base di Cig-Kofte, una piccantissima purea di Bulgur (tipo Cus Cus) con carne e peperoncino.
Bocche in fiamme e stomaci stracolmi siamo poi andati a prendere un tè a casa del fratello e verso mezzanotte distrutti di sonno siamo finalmente tornati a casa.

La mattina seguente tutti assieme (anche se i poveri Tino e Nancy stavano schiacciati dietro assieme ai miei mille pacchetti) siamo andati a visitare Harran, uno dei villaggi più vecchi al mondo, dove lo stesso Abramo visse diversi anni prima di ripartire per i suoi spostamenti biblici e dove la popolazione locale è composta prevalentemente da arabi. Posto mooolto interessante!

Lasciando a se stesso il nostro amico Ibrahim, con un po’ di malinconia, siamo ripartiti per Gaziantep (Antep la vittoriosa).
La città ha 3 cose da offrire: -la visita la castello; -la visita al museo dove sono conservati i meravigliosi mosaici dell’antica Zeugma; -la baklava (tipico dolce superdolcissimo a base di pasta sfoglia, frutta secca e pistacchi).
Di queste tre cose..dispiace ammetterlo ma non siamo riusciti a fare nessuna delle tre!
Tra la stanchezza accumulata in giorni di sveglie mancate e sigarette di troppo, e l’indecisione sl da farsi, ci siamo limitati a gironzolare allegramente per le viuzze della città come due vecchietti (io e tino) e una polacca (nancy)..beh questa è una lunga storia…

Ad Antep il nostro contatto era un tipo strano davvero.
Madre siriana e padre turco, parla l’inglese meglio delle altre due lingue e vive assieme a suo “zio” (cugino di sua madre ma suo coetaneo) in un’appartamentino nella zona universitaria della città.

Ammiratore dell’occidente e del Kemalismo, parlantina vivace e modi un po’ strani, era quello che mancava per dare a tino e nancy un’idea abbastanza chiara di quanto la società turca sia complessa e interessante.
Stamane infine ci siamo svegliati presto e ho accompagnato i ragazzi alla stazione dei pullman da dove hanno preso un servis che in varie tratte li riporterà a Damasco.
Concludendo posso dire che questa settimana è stata molto interessante e mi ha permesso di conoscere meglio due persone ma soprattutto di approfondire un’amicizia a cui sento di essere molto legato da tempo, ma è come se adesso sapessi finalmente il perché.
Non mi resta che dirvi che adesso mi trovo in cappadocia..tra i famosi cammini delle fate..nome poetico per descrivere un paesaggio particolarissimo dove la roccia erodendosi ha creato un paesaggio lunare costellato di montagnole che sembrano tanto dei falli…

Un saluto da me e da Ali Baba, un vecchietto pazzo che ho conosciuto qui.
S.

mercoledì, marzo 07, 2007

Il Kurdistan ci accoglie a braccia aperte



Non ci credevo nemmeno io mentre lo facevo..eppure..sfruttando le falle del sistema scolastico siriano..sono riuscito a convincere il giovane doganiere che due settimane e 15 giorni sono la stessa cosa..senno’ avrei dovuto pagare uina bella tassa per il ritardo di un giorno su tutti i miei permessi per l’auto..un disastro!
Il poveretto continuava a farsi e rifarsi i conti prima a mente, poi con le dita, poi su dei pezzzetti di carta..chiedeva a qualche superiore ma io subito pronto dicevo: “no è giusto così..due settimane..15 giorni no?!”. Alla fine dopo la terza sigaretta e il secondo giro di tè si è convinto e ci ha lasciati andare..ma con lo sguardo pensieroso a quei numeri problematici…
Passare la frontiera è stata una liberazione enorme..e lo stesso Tyno ha notato subito un cambiamento nella mia espressione..e un sorriso…eravamo in Turchia!
Sbrigate le formalità doganali (un’ennesima ora di tè, sigarette, controlli passaporti e strane tasse..) siamo arrivati a Mardin.
Purtroppo una fitta nebbia avvolgeva completamente la città e solo dopo un paio d’ore, quando una pioggia torrenziale ha sostituito la nebbia, ci siamo resi conto di dove eravamo e delle bellezze della città.



Architetture stupende in stile arabo e case di pietra gialla scolpite erano tutte attorno a noi..e neanche ce n’eravamo accorti. Purtroppo tutta quella pioggia ci ha impedito di visitare realmente i vicoli pittoreschi e le stupende moschee.
Delusi da un piccolo contrattempo relativo alla nostra sistemazione per la notte ci siamo messi alla ricerca di un hotel a poco prezzo…ed è così che abbiamo conosciuto Eminé.
Anche se non parlava una parola di inglese si è offerta di acompagnarci all’hotel e di contrattare col padrone..ma era troppo caro per quello che offriva e quindi abbiamo rinunciato a passarci la notte.
İn compenso ci ha invitati a casa sua per un tè...un’esperienza davvero strana e interessante.
Nella vecchia casa ci ha subito accolto il fratello maggiore, che dopo 3 minuti di silenzio si è stancato di stare con noi e ci ha mandato il padre e due delle 7 sorelle.
Mentre il padre si sforzava di parlarci in arabo, le due sorelle continuavano a ridacchiare e a lanciare occhiatine a tinuzzo e me…un bel matrimonio combinato?beh interessante no?!
Purtroppo niente di tutto ciò! Invece è finita con un’ennesima abbuffata corredata al tè di rito e a risatine isteriche e litigi mal celati tra le sorelle…il tutto sotto lo sguardo stranamente silenzioso del padre.

Lasciata Mardin, dopo un’oretta di auto siamo arrivati a Diyarbakir, la capitale del “Kurdistan” turco.
Ci siamo subito messi in contatto con dei ragazzi di Hospitality Club che ci avrebbero ospitati per la notte.Dei pazzi! Tre ragazzi, tutti professori alle scuole medie e superiori, ma con spirito da universitari fuori sede, tutti kurdi e tutti simpaticissimi.



La giornata successiva l’abbiamo dedicata alla visita della città di Diyarbakır e alla conoscenza dei suoi abitanti.Da ricordare che la citta' e' famosa per avere le seconde mura piu' lunghe al mondo dopo la grande muraglia cinese...



Una piccola annotazione sui kurdi…parlano una lingua indoiranica, sono una minoranza in una zona compresa tra quattro paesi: Syria, Turchia, Iran, Iraq. Ma con presenze anche in Armenia e Azerbaijan.
Famosi grazie al PKK (partito indipendentista kurdo) autore di numerosi attentati in turchia e nei dintorni, e al suo capo Ocalan.
Generalmente schifati e disciminati da tutte le popolazioni dei paesi in cui vivono.
Per la mia esperienza si sono rivelate persone accoglienti e simpatiche, alcune tuttora vestono i bellissimi vestiti tradizionali e generalmente la gente è molto bella…un sacco di gnocca per intenderci!

Girando per le colorate viuzze della città vecchia siamo stati invitati a prendere il tè in casa di diversa gente, ma per esigenze di tempo e di pipì costante ci siamo dovuti negare diverse volte…
D’altra parte non c’è granchè di turismo e di conseguenza eravamo al centro dell’attenzione della città.
Per finire la giornata, una bella pioggia che ci ha inzuppati per benino e un’ottima cena preparata dal grande Serhat.
A malincuore ieri mattina siamo dovuti ripartire alla volta di Sanli Urfa, la coraggiosa, la santa, una delle città più belle e più conservatrici della Turchia.

Ma non vi svelo tutto adesso…il resto seguirà nei prossimi giorni…

Un caro saluto a tutti e tutte.

S.

sabato, marzo 03, 2007

Sulla via del ritorno.. prigionieri della burocrazia!

Come previsto il giorno prima della mia partenza da Damasco abbiamo organizzato una bellissima festa d’addio…
C’erano praticamente tutti…gli amici italiani, gli spagnoli, i ragazzi del souq, i kurdi, i turchi, gli arabi infiltrati e gli infiltrati che nessuno conosce amici di amici di amici….un sacco di gente davvero.
Dopo la festa ci siamo spostati al Cave de Baal (una sottospecie di discoteca abbastanza trash) da dove siamo usciti distrutti alle 4 e mezza…dopo un paio di litigi e qualche rissa….


La cosa bella eppur assurda è stata che in quell’ultima sera mi è sembrato di rivivere un concentrato della mia esperienza damascena degli ultimi mesi..tutte quelle facce, gli sguardi, le voci, gli odii sopiti e gli amori a lungo celati, le feste e le risse, gli sbronzi e le nottate che si protaggono fino all’alba..fino alla prima chiamata dell’alba..e passeggiare per l’ultima volta per quelle strade deserte e le grida che rimbombano nel silenzio ovattato della notte..mio Dio che periodo…
Day 1
L’indomani alle 9.30 sono ripartito assieme al caro Tyno (al Musafir) e alla grandissima Nancy (amica di Matera che studia a Damasco)…insieme mi accompagnerano per tutta la settimana attraverso il nord-est della syria e il sud-est kurdo della Turchia.
Pausa tecnica a Palmira per pranzare e scorrazzare velocemente tra le famose rovine e poi di corsa verso DeirEzzor…capoluogo di provincia della Jazira.
Appena arrivati ci siamo messi alla ricerca di un alberghetto di poche pretese ma visto che continuavamo a perderci abbiamo chiesto aiuto a degli sbirri..e un simpatico polizziotto (che ci ha provato con me…della serie: “che fai stasera? Ti piace ballare?!” oppure “sai io faccio il polizziotto qui..sono un tipo importante eh! Perché non vieni a farti un giretto stasera?!” ecc…) ci ha aiutati a trovare un postaccio…sorvoliamo sulle condizioni igieniche...in compenso la gente dell’albergo era simpatica e abbiamo passato la serata a fumare il narghilè e a fumare tè chiaccherando allegramente mentre un bambino schiavo ci faceva un servizio fotografico con il telefonino!
Day2
Passeggiata per il bellissimo souq di questa stranissima città..piena di colori e gente del deserto urbanizzata..tutti che si stupiscono alla vista di uno straniero o che ti invitano a bere un tè..bello davvero..
Ripartiti, dopo un paio d’ore, siamo arrivati alla terribile Qamishly..tipica città di frontiera cresciuta in modo irregolare grazie agli strani traffici che caratterizzano le zone di confine…

Pranzo e cacca in un postaccio e poi la triste notizia..arrivati al confine...passando da stradine di paese (strano), vediamo una bandiera turca e una sorta di casello..ma dentro solo dei ragazzi che giocano a pallone e nessun camion o macchina a fare la fila..
Alchè uno dei ragazzi ci si avvicina e dice: “la frontiera è chiusa ragazzi..tornate domattina alle 9” e lì panico..l’idea di dover litigare con gli sbirri domattina, visto che il mio permesso per la macchina scadeva oggi, sommata alla sensazione di dover “perdere” una giornata di viaggio e per di più di dover dormire in sto postaccio..beh diciamo che ci ha lasciato un po’ male..
Beh ulteriori aggiornamenti alla prossima puntata..ya rabbi..aiuto!
Un caro abbraccio a tutti
S.

P.S.

Ho aggiunto un centinaio di foto sulla galleria di flickr..apribile tramite la stringa di foto a destra o clikkando sul link Photogallery 2.
Ho anche aggiunto diverse foto ai vecchi post fino piu2 o meno a natale..dateci un occhio...

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