martedì, marzo 27, 2007

Dobrojea e Brasov, due post al prezzo di uno!


Arrivando alla frontiera con la Romania ero già tutto eccitato che macchinavo e pensavo dove poter nascondere le innumerevoli stecche di sigarette che avrei comprato nei fidati duty-free di frontiera per poi rimediare un po’ di soldini a spese vostre una volta rientrato in Italia…ma avvicinandomi alla dogana vedo che qualcos’altro dall’entrata in Europa è cambiato.
Tutti quei bei negozietti colorati strabordanti di wiskey e sigarette erano tutti chiusi e abbandonati, la frontiera bulgara vuota e con la sbarra alzata, incredulo vado avanti alcuni metri ancora e arrivo al confine romeno dove una bella polizziotta mi chiede il passaporto.
Io ancora sotto shock le chiedo che fine abbiano fatto i bulgari, ed ecco spuntare un tozzo sbirro che m i fa “dobra den!”, allora la ragazza mi spiega che visto che non si fanno più controlli quì (li fanno solo alla frontiera turca dove mi hanno smontato la macchina..), adesso sono rimasti in pochi e per comodità, e forse per sentirsi meno soli, sono tutti assieme in un unico ufficio!Quanti cambiamenti!
Dopo mezzoretta arrivo a casa di Laura, il mio contatto per questi due giorni.
Simpatica seppur un po’ chiusa e diffidente (forse solo timidezza) mi mostra la camera, praticamente un miniappartamento con bagno e acqua calda e tutti i confort, che normalmente in estate affittano ai turisti che vengono qui al mare, ma che durante l’anno è felice di offrire a viandanti come me.
Serata passata con lei e i suoi amici a giocare alla playstation a tekken (o qualcosa di simile) e a chiaccherare della mia malattia di viaggiare.
A un tratto una sua amica mi fa: “salvo, ma ti fermerai mai? Non ti viene voglia di stare in un posto e viverci?”. Da parte mia solo un po’ di imbarazzo e il silenzio…lo so, lo so, ma che ci posso fare se sono fatto così?!Conosco il prezzo delle mie decisioni; emozioni, legami, soldi, salute ecc…questo è, prendere o lasciare. Scusate.
Il giorno dopo l’ho dedicato alla visita delle moschee della zona, a chiaccherare con i varii Imam, con le donnine e con il mio vecchio amico Gran Mufti.
Non vi dico che faccia ha fatto quando mi ha visto spuntare nel suo ufficio, senza preavviso e senza aspettare ore e ore come le altre volte! Mi ha concesso due chiacchere, una stretta di mano e dopo avermi augurato “Drum Bun” (Buon viaggio) è scappato per un importantissimo impegno di lavoro…
Tornato a casa, scopro che il padre di Laura ha un piccolo garden center (uno dei miei tanti sogni segreti) allora mi metto a fargli mile domande ed entriamo in perfetta sintonia. Un uomo adorabile, che si è fatto il culo per fare una casa stupenda e mandare avanti la famiglia. Simpatico e senza pregiudizi, mi ha dato un quadro chiaro della situazione sociale tra le varie comunità sparse nel territorio (romeni,bulgari, turchi, tatari, zingari, russi, macedoni, peceneghi, circassi, italiani, arabi, ungheresi ecc…), così come nessuno era riuscito a fare fin ora.
Serata rilassante giocando un po’ alla playstation con laura, discutendo di piante e fiori con il signor Ion, una scorpacciata di patatine fritte e una luuuunga doccia bollente!

Dopo questi giorni fortunelli e rilassati, non poteva che cambiare l’aria per la dura legge del pendolo (o dell’altalena, vero P.?!).
Partito di casa prestino, dopo essermi concesso per un paio di scatti alla mia amica artista, sono ripartito alla volta di Babadag.
Ricorderete sicuramente le mie disavventure dell’anno scorso in queste zone; beh evidentemente c’è qualcosa che interferisce nel mio rapporto con questo territorio, che fa sì che mi si accumulino sfighe su sfighe solo quando son qui.
Arrivato al villaggio, oviamente l’Imam non c’era, in cambio c’era la custode della moschea che mi ha subito riconosciuto e dato il benvenuto.
Qualche foto quà e là e via verso Tulcea.
Qui speravo di riuscire a trovare ospitalità per la notte in casa di qualche buona famiglia mussulmana della zona, ma come avrei dovuto immaginare, alla preghiera del mezzodì c’eravamo solo io e l’Imam del posto.
Tra l’altro il poveraccio è arrivato qui da neanche un mese, non capisce una mazza di romeno e si sente un po’ solo, anche se si è portato dietro la famiglia.
Dopo la preghiera e un’appassionante conversazione (in turco!) su chi sono e che cavolo sto facendo, non potendomi aiutare altrimenti, mi ha regalato un paio di opuscoli e se l’è sviganta.
Parlando con dei tassisti scopro che in zona se voglio un albergo qualsiasi devo sganciare 50 euro, in alternativa potevo stare a casa di uno di loro per 20 euro..o tirarmi altri 500 e passa km di auto (dopo i 200 che mi ero fatto la mattina stessa)fino alla cittadina dove avevo un contatto sicuro (e gratis).
Cosa pensate che abbia fatto?!
Conoscendomi avrete pensato “il tassista”, ma dalla faccia che aveva non mi ispirava proprio, così non mi è rimasto altro che partire.
Tra l’altro in città mi avevano appena inculato in un’agenzia di cambio..ma lasciamo perdere.
Dopo 6 ore di auto tra colline e montagne, con la radio decisa a non farmi sentire più nessun CD (e ovviamente in mezzo ai monti non prendeva nemmeno quelle terribili radio locali), camion superlenti, sorpassi azzardati e villaggi dove ti tocca rallentare (polizia, gatti, cani, bambini, cavalli, ciclisti…ogni genere di ostacolo insomma!), totalmente sfinito sono arrivato a Brasov (invece che a Sibiu, cioè circa 140 km prima).
Una cittadina davvero carina, tipicamente sassone/ungherese, pulitissima e un po’ fighetta.
L’unico indirizzo che conoscevo era la pensione della signora beky, ovviamente anche la vecchia si ricordava di me e mi fa: “e la ragazza dove l’hai lasciata?”, e intanto io morivo dentro nel rivedere quesi posti a un anno da quando ero venuto qui per la prima volta con la Vale.
Per farmi ancora più male, ho pensato bene di fare una cosa che non facevo da almeno 9 anni, andare a mangiare al McDonald’s!
Lo so, lo so, è contro i miei principii e tutto il resto, ma era l’unica roba ancora aperta, non avevo pranzato, e poi c’era anche un po’ di masochismo nelle mie azioni.
Perché senno ripassare dalle stesse strade fatte assieme, guardare la chiesa nera, passeggiare per il viale centrale e piangermi addosso guardando le coppiette che si stringono dolcemente per tenersi caldi.
Almeno mi sono evitato di prendere pure la stessa stanza di quella volta, sarebbe stato troppo davvero…e poi costava 5 euri in più!
Ma domani è un altro giorno, si vedrà.
Ora crollo.
A presto.
S.

Ah dimenticavo!Ancora un ultimo aneddoto: la signora alla pensione mi fa: “ricordati di chiuderti la porta a chiave stanotte!”; e io: “beh chiaro! Ma perché scusi?!”; e lei: “due settimane fa è successa una cosa strana; è venuto un turista ma non mi ha pagato subito, dicendo che l’indomani sarebbe andato al bancomat a prelevare. Beh il giorno dopodi lui non c’era traccia, però anche se è andato via senza pagare, ha dimanticato qui il suo borsone…ma ha ancora la chiave di camera tua! Ovunque egli sia!!!”
No comment!

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