mercoledì, marzo 07, 2007

Il Kurdistan ci accoglie a braccia aperte



Non ci credevo nemmeno io mentre lo facevo..eppure..sfruttando le falle del sistema scolastico siriano..sono riuscito a convincere il giovane doganiere che due settimane e 15 giorni sono la stessa cosa..senno’ avrei dovuto pagare uina bella tassa per il ritardo di un giorno su tutti i miei permessi per l’auto..un disastro!
Il poveretto continuava a farsi e rifarsi i conti prima a mente, poi con le dita, poi su dei pezzzetti di carta..chiedeva a qualche superiore ma io subito pronto dicevo: “no è giusto così..due settimane..15 giorni no?!”. Alla fine dopo la terza sigaretta e il secondo giro di tè si è convinto e ci ha lasciati andare..ma con lo sguardo pensieroso a quei numeri problematici…
Passare la frontiera è stata una liberazione enorme..e lo stesso Tyno ha notato subito un cambiamento nella mia espressione..e un sorriso…eravamo in Turchia!
Sbrigate le formalità doganali (un’ennesima ora di tè, sigarette, controlli passaporti e strane tasse..) siamo arrivati a Mardin.
Purtroppo una fitta nebbia avvolgeva completamente la città e solo dopo un paio d’ore, quando una pioggia torrenziale ha sostituito la nebbia, ci siamo resi conto di dove eravamo e delle bellezze della città.



Architetture stupende in stile arabo e case di pietra gialla scolpite erano tutte attorno a noi..e neanche ce n’eravamo accorti. Purtroppo tutta quella pioggia ci ha impedito di visitare realmente i vicoli pittoreschi e le stupende moschee.
Delusi da un piccolo contrattempo relativo alla nostra sistemazione per la notte ci siamo messi alla ricerca di un hotel a poco prezzo…ed è così che abbiamo conosciuto Eminé.
Anche se non parlava una parola di inglese si è offerta di acompagnarci all’hotel e di contrattare col padrone..ma era troppo caro per quello che offriva e quindi abbiamo rinunciato a passarci la notte.
İn compenso ci ha invitati a casa sua per un tè...un’esperienza davvero strana e interessante.
Nella vecchia casa ci ha subito accolto il fratello maggiore, che dopo 3 minuti di silenzio si è stancato di stare con noi e ci ha mandato il padre e due delle 7 sorelle.
Mentre il padre si sforzava di parlarci in arabo, le due sorelle continuavano a ridacchiare e a lanciare occhiatine a tinuzzo e me…un bel matrimonio combinato?beh interessante no?!
Purtroppo niente di tutto ciò! Invece è finita con un’ennesima abbuffata corredata al tè di rito e a risatine isteriche e litigi mal celati tra le sorelle…il tutto sotto lo sguardo stranamente silenzioso del padre.

Lasciata Mardin, dopo un’oretta di auto siamo arrivati a Diyarbakir, la capitale del “Kurdistan” turco.
Ci siamo subito messi in contatto con dei ragazzi di Hospitality Club che ci avrebbero ospitati per la notte.Dei pazzi! Tre ragazzi, tutti professori alle scuole medie e superiori, ma con spirito da universitari fuori sede, tutti kurdi e tutti simpaticissimi.



La giornata successiva l’abbiamo dedicata alla visita della città di Diyarbakır e alla conoscenza dei suoi abitanti.Da ricordare che la citta' e' famosa per avere le seconde mura piu' lunghe al mondo dopo la grande muraglia cinese...



Una piccola annotazione sui kurdi…parlano una lingua indoiranica, sono una minoranza in una zona compresa tra quattro paesi: Syria, Turchia, Iran, Iraq. Ma con presenze anche in Armenia e Azerbaijan.
Famosi grazie al PKK (partito indipendentista kurdo) autore di numerosi attentati in turchia e nei dintorni, e al suo capo Ocalan.
Generalmente schifati e disciminati da tutte le popolazioni dei paesi in cui vivono.
Per la mia esperienza si sono rivelate persone accoglienti e simpatiche, alcune tuttora vestono i bellissimi vestiti tradizionali e generalmente la gente è molto bella…un sacco di gnocca per intenderci!

Girando per le colorate viuzze della città vecchia siamo stati invitati a prendere il tè in casa di diversa gente, ma per esigenze di tempo e di pipì costante ci siamo dovuti negare diverse volte…
D’altra parte non c’è granchè di turismo e di conseguenza eravamo al centro dell’attenzione della città.
Per finire la giornata, una bella pioggia che ci ha inzuppati per benino e un’ottima cena preparata dal grande Serhat.
A malincuore ieri mattina siamo dovuti ripartire alla volta di Sanli Urfa, la coraggiosa, la santa, una delle città più belle e più conservatrici della Turchia.

Ma non vi svelo tutto adesso…il resto seguirà nei prossimi giorni…

Un caro saluto a tutti e tutte.

S.

2 Comments:

At 08 marzo, 2007 22:22, Anonymous Anonimo said...

Leggere i tuoi racconti mi mette dentro una gran voglia di evadere!!!
Buon viaggio e divertimento
Mik

 
At 17 marzo, 2007 13:03, Anonymous Anonimo said...

Concordo sulla gnocca...ma attento ai cugini ;)

Pino Hoca

 

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