giovedì, aprile 05, 2007

Crossing Borders


Il giorno bonus a Budapest è stato ancor più carino di quanto avessi previsto!
Come Pietro sa bene, a volte mi vengono regalati dei giorni, rubandoli agli altri..ma che cimposso fare!
La mattina mi sono alzato relativamente presto in modo da usare del tutto le ore residue nella mia Budapest Card.
Sono stato al museo di belle arti, a quello archeologico, poi ho mangiato un’insalata in un parco e dopo ancora sono andato nel museo di arte contemporanea.
Il tutto gratis grazie alla mia amica carta!(che però era costata bastarda!).
Finiti i miei giretti sono andato all’appuntamento con Anna.

Ennesima spesa per il picnic della serata e via in giro per la città. Prima un buon cappuccino come non ne bevevo da mesi e poi siamo andati pian piano verso il castello per andare a riflettere e chiaccherare.Devo dire che sono stato davvero felice di conoscere Anna (finalmente!) e di parlare con lei di un sacco di cose di cui non parlo mai con nessuono e lei è davvero una tipa interessante!
Cmq sia, a tarda notte distrutti siamo tornati finalmente a casa.
Stamattina ovviamente mi sono alzato con un’ora e mezza di ritardo tanto che a quel punto ho preferito fare un’unica tirata fino a Lijublijana (Slovenija) senza fermarmi a Zagabria.
Ovviamente alla frontiera ho dovuto mentire come al solito, ma a quella slovena, non contenti della mia versione dei fatti, hanno preferito tenermi mezzoretta per controllare TUTTO quello che mi porto dietro.
Stufo più che stanco sono arrivato in città, ho abbandonato l’auto fuori dal centro e preso l’appuntamento con Nadia (il mio contatto sul posto, studentessa portoghese in erasmus) per le nove di sera, mi sono dato al cazzeggio sfrenato per le viuzze della città.
Mi hanno stupito molte cose: l’EURO, infatti stanno passando all’euro e quindi si può già pagare tutto in euri e i prezzi sono scritti in tutte e due le valute; i prezzi, uguali se non più alti a volte che in italia, anche se le cicche e la benza costano sempre meno che da noi; lo stile di vita, totalmente europeo e moderno; la gente in chiesa, sono entrato in qualche chiesa e c’era la fila per andarsi a confessare…e in fila non c’erano solo le vecchiette, ma anche ragazze tirate, metallari, uomini in divisa e studentesse in gonnella!
Visto che avevo già girato tutta la cittadina (è piccola davvero) e mancava ancora un’oretta e passa, mi sono seduto ai piedi di una statua vicino ad un barbone che suonava “Bella ciao” con l’armonica, poi una regazza è venuta a chiedergli da accendere ma visto che non trovava l’accendino gliel’ho dato io, così gli faccio “mi risuoni bella ciao?!” e lui si è messo a ridere e abbiamo iniziato a parlare della vita, dei viaggi, di Dio, del suo vagabondare e del mio.
Igo (così si ciama) è una persona stupenda, ha 58 anni, capelli brizzolati un po’ zozzi, nato qui, ha fatto il marinaio nel mediterraneo, poi è andato in america, in California e poi in Arizona, poi ancora New York (viveva nel Queens), insomma ci ha passato 27 anni e ci ha pure fatto una figlia.
Poi quando sua figlia aveva 6 anni ha deciso di portarla a vedere l’italia, e tutti e due, padre e figlia, con uno zaino in spalla sono partiti verso Milano, Genova, Firenze, Elba, Roma, Napoli, Catania, Etna, Siracusa, Eolie, poi di nuovo Milano e poi USA.
Ora sua figlia vive in una comune in nuova zelanda ma si sentono per e-mail!
Lui invece dopo gli states è tornato un po’ a casa, poi è andato in spagna e ha vissuto per un’annetto e passa con i gitani in Andalucia, suonando l’armonica mentre loro tocavano la guitarra e facevano flamenco.
Poi un giorno in una retata degli sbirri lo hanno sbattuto dentro (ma gli era successo già altre volte in America..) perché senza il permeso di soggiorno, l’hanno tenuto in un lager per immigrati per un po’ e poi visto che aveva il passaporto americano, lo hanno rimandato lì!
Un altro periodo lì e ora è tornato a Lubiana da 8 mesi e già gli sta stretta e sogna di ripartire, magari di nuovo la Spagna, o l’Italia, o Istanbul!
Ad un certo punto è arrivata Nadia e a me dispiaceva lasciarlo senza lasciare un segno del mio passaggio in lui, così gli ho regalato il mio tasbieh (rosario mussulmano) che avevo comprato a Damasco e che mi aveva accompagnato per tanto tempo, ho pensato di darglielo perché diceva che lui non era mai andato verso l’est e che magari un giorno…gli sarebbe piaciuto. (nella foto, un esempio di tasbih)
Profondamente commosso e con le lacrime mi ha guardato e mi fa “non sono abituato a ricevere regali, ma adesso anche io devo darti qualcosa, devo ricambiare”.
Io non volevo niente ma non c’è stato verso, ha tirato fuori dalla tasca la sua armonica e me l’ha porsa. “La sai suonare?” –“no!”-“beh puoi imparare!”-“ma tu come farai senza?!non posso prenderla davvero!”-“non preoccuparti ne troverò un’altra”.
Ci siamo lasciati con un lungo abbraccio, uno dei più importanti della mia vita posso dire, e mentre tenevo in mano l’armonica andando via, mi sono girato un attimo ed era lì che camminava tenendo in mano il tasbieh e guardandolo come fosse la cosa più preziosa del mondo. (nella foto, claudio bisio con i capelli che mi ricorda vagamente delmio amico Igo.
Igo a presto. Buona fortuna, ci rivedremo da qualche parte un giorno, non ne dubito, magari in Andalucia con i gitani, magari in piazza a Lubiana, o magari a Istanbul!
Un abbraccio a tutti.
S.


p.s.
come dicevo prima...a volte mi capita di ricevere dei giorni bonuis..beh me n’è appena capitato un altro!
Mi fermo un’altra notte qui perché c’è una tipa che venerdì deve andare a Venezia e mi ha chiesto se posso portarla io invece di farle prendere il treno, beh perché no!
Baciiiiii!!!

2 Comments:

At 05 aprile, 2007 07:15, Blogger Silvia said...

Leggendo il post mi è sembrato di sentirlo addosso quest'abbraccio...
parole intense e stupende, complimenti!

 
At 08 aprile, 2007 21:28, Anonymous Anonimo said...

fratello mio sono questi incontri che ti cambiano la vita...
E' incredibile quanto tu riesca a vivere cosi' intensamente tutto quello ke fai e con quanta semplicita' e sincerita' tu riesca a trasmetterlo agli altri...
ti abbraccio frate'.

 

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